San Paolo: nel paese del caffè
Una città di fusioni, in costante fermento. Una città efficiente e creativa. Una città che preferisce l'innovazione alla nostalgia e lo dimostra a ogni incrocio con una statua, un dipinto o un graffito. In una sola notte tutto può cambiare. Questa è l'essenza della vita paulista.
Vista dall'alto, con i suoi grattacieli e gli interminabili viali che assomigliano a raccordi autostradali, evoca l'immagine di una città da fantascienza. Ma, d'altronde, non è forse l'aspetto comune a tutte le megalopoli contemporanee?
Frutto dei sogni di agricoltori e di produttori di caffè e di zucchero, i quartieri di San Paolo non sono semplici blocchi: non si identificano con numeri come in Francia, ma si chiamano Jardim o Vila. Alcuni preferiscono attraversare la città in elicottero piuttosto che in auto. Affittare un ufficio è più difficile che in qualunque altro luogo ed è possibile trovare appartamenti tra i più cari al mondo. Stare nel cervello economico del Brasile ha un prezzo.
La sua storia risale a una piccola missione cattolica portoghese di poche anime trasformatasi in una città con undici milioni di abitanti. Un vero e proprio concentrato di identità e culture. San Paolo è la città che ospita, oltre ai propri brasiliani, il numero più alto di italiani, giapponesi, spagnolo e libanesi. Conta più ristoranti giapponesi della stessa Tokyo e più pizzerie che ristoranti di churrasco. E, paradossalmente, sono tutti ottimi! Chi viaggia a San Paolo lo fa per assaporare i migliori gnocchi o più raffinati piatti di sushi.
Qui l'arte sostituisce anche la natura. Salvo in occasione del gay pride, non si scende in strada in festa o ballando al ritmo della samba, ma si crea, si inventa, si riflette sul mondo. Ogni sera è facile imbattersi in un'esposizione o un vernissage improvvisati. La gente corre da una galleria all'altra e da una sfilata all'altra – sì, San Paolo è anche la capitale latina della moda – alla scoperta della “moda paulista” che si diffonderà nei guardaroba di tutto il mondo.